Si sono conclusi nei giorni scorsi i due cicli di incontri "I Mercoledì della Medicina" e "I Giovedì dell'Ordine", promossi dall'OMCeO Piacenza in collaborazione rispettivamente con Fondazione di Piacenza e Vigevano e Ausl Piacenza. In tutto sei partecipati appuntamenti - tra aprile e giugno - che hanno toccato diversi argomenti e tematiche di attualità e interesse. 

I MERCOLEDI' DELLA MEDICINA - Ad aprire, il 9 aprile a Palazzo Rota Pisaroni, “I Mercoledì della Medicina” - iniziativa nata con l'obiettivo di informare i cittadini sull'importanza del Servizio Sanitario Nazionale e sulla necessità di garantirne la sostenibilità - un incontro che ha avuto al centro il rapporto tra medico e paziente in tempi di comunicazione digitale e social. Ospite Roberta Villa, medico e giornalista scientifica, che ha messo in luce punti di forza e rischi derivanti dall’uso dei social e delle nuove tecnologie. “I social sono dei mezzi - ha evidenziato la relatrice, intervenuta insieme ai giornalisti Giorgio Lambri e Nicoletta Bracchi e a Sara Resi, medico di medicina generale - al cui interno possiamo mettere qualunque contenuto; bisogna essere bravi a gestire queste informazioni e mantenere sempre alto il nostro spirito critico. Quando si tratta di prendere decisioni sulla nostra salute, il rapporto di fiducia con il nostro medico è ancora il punto di riferimento più solido che la maggior parte dei cittadini dice di avere”.

Molto partecipato, il 7 maggio, il secondo appuntamento, dedicato allo stato di salute del Servizio Sanitario Nazionale, che ha visto come relatore Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe. “I principi fondanti del Servizio Sanitario Nazionale - universalità, uguaglianza, equità - oggi sono stati completamente traditi, senza sanità pubblica ci sarebbe un disastro economico e sociale - il monito di Cartabellotta, che ha lanciato la proposta di un patto politico e sociale: “Serve un rilancio consistente e stabile del finanziamento pubblico, accompagnato da coraggiose riforme di sistema. Il Servizio Sanitario Nazionale è una conquista sociale irrinunciabile, un pilastro della nostra democrazia, uno strumento di coesione sociale e un motore per lo sviluppo economico del Paese, perderlo non compromette solo la salute delle persone, ma mortifica la loro dignità e riduce le loro capacità di realizzare ambizioni e obiettivi, portando ad un disastro sanitario, sociale ed economico senza precedenti”. All’intervento di Cartabellotta è seguita una tavola rotonda, moderata dal giornalista Giovanni Volpi, alla quale hanno partecipato anche il presidente dell'OMCeO Piacenza, Augusto Pagani, il direttore generale dell'Ausl di Piacenza, Paola Bardasi e il medico Giorgio Macellari.

Nel terzo ed ultimo incontro, l’11 giugno, si è invece parlato di violenza ai danni degli operatori sanitari, fenomeno in preoccupante crescita anche nel nostro Paese, come messo in evidenza dai dati presentati nell’occasione dal dottor Fabio Fornari. Hanno portato le proprie testimonianze Andrea Vercelli, direttore del pronto soccorso dell’ospedale di Piacenza, l’infermiera Barbara Fossati e Chiara Maffi, medico di medicina generale: “Dall’apertura della piattaforma regionale, nel luglio dello scorso anno, per la raccolta della segnalazioni degli atti di aggressioni agli operatori - ha spiegato in particolare il dottor Vercelli, abbiamo registrato 17 segnalazioni. Tutte queste manifestazioni ritengo siano espressione non solo di un male fisico - che è quello per cui il paziente si presenta in pronto soccorso -, ma anche di una forma di disagio latente, manifestazione probabilmente di una situazione sociale che stiamo vivendo”. "Piacenza è una realtà più fortunata di altre, ma questo non deve farci abbassare la guardia - le parole del Prefetto Paolo Ponta, che ha partecipato alla successiva tavola rotonda. moderata dal giornalista Gian Luca Rocco -. Da un punto di vista morale, le aggressioni al personale sanitario sono un crimine contro l’umanità; bisogna creare una cultura del rispetto dei professionisti e anche dei volontari, coinvolgendo famiglie, scuole e università. Come Prefettura siamo pronti ad offrire una forma di collaborazione”.

I GIOVEDI' DELL'ORDINE - "I Giovedì dell’Ordine" - ciclo di incontri a carattere formativo con l’obiettivo di fornire aggiornamenti in ambito specialistico - si sono aperti il 17 aprile al Park Hotel con la relazione, dedicata alle patologie del rene e alle relative terapie, presentata del Dottor Roberto Scarpioni: "Quella della malattia renale cronica - ha evidenziato il professionista - è una condizione grave associata ad una mortalità precoce, una diminuzione della qualità di vita, e un aumento della spesa sanitaria. Diventa quindi sempre più importante intercettare e valutare i pazienti a rischio di una progressione della malattia, è per questo è fondamentale l’alleanza tra specialista e medico sul territorio. Naturalmente è importante incoraggiare le persone a prevenire la malattia renale: “Tenere sotto controllo la pressione, mantenere un peso corretto, in quanto l’obesità si associa all’insufficienza renale e alla comparsa di determinate glomerulonefriti, e correggere i fattori di rischio”. “Contro la malattia - ha spiegato Scarpioni - abbiamo diverse armi a disposizione, a partire da nuovi farmaci - come Sglt2 inibitori - che permettono di rallentarne la progressione”.

La figura dell’anestesista-rianimatore, centrale ma spesso poco conosciuta, è stata al invece centro del secondo appuntamento, nella serata del 22 maggio, che ha avuto come ospite il Dottor Ruggero Massimo Corso: “Ancora oggi - ha sottolineato - l’anestesia fa più paura dell’intervento chirurgico, ma parliamo di una pratica assolutamente sicura. Anestesia e sicurezza sono un binomio inscindibile, abbiamo introdotto la check list, come specialità siamo stati tra i primi ad introdurre le linee guida, e poi ancora la formazione continua e la cultura del rischio, perché intrinseco del nostro mestiere”. Una disciplina - “tra luci ed ombre”, come indicava il titolo dell’incontro: se tra le “luci” vi sono i farmaci e le tecniche innovative oggi a disposizione dei professionisti, il Dottor Corso ha analizzato anche le “ombre”, a partire dalla “carenza di specialisti”, problema sempre più grave, passando per la “disparità di accesso”, alla “difficoltà a garantire qualità e sicurezza in ambienti sotto pressione”, alla “necessità di una comunicazione più efficace con i pazienti”.

Il ciclo di incontri si è chiuso con un focus dedicato alla terapia del dolore proposto dal Dottor Fabrizio Micheli: “il dolore cronico - ha messo in evidenza - è la malattia più diffusa al mondo, in Italia si calcola che oltre 10 milioni di individui adulti ne soffrano. La durata media del dolore cronico è di 11,5 anni e ogni paziente consulta in media dai dieci agli undici specialisti diversi prima di arrivare a trovare una terapia adeguata, ammesso che riesca a trovarla. Inoltre alcuni tipologie di dolore si presentano con diverse prevalenze a seconda delle fasce di età". Il Dottor Micheli ha passato in rassegna le varie tipologie di dolore, approfondendo le possibilità terapeutiche e di trattamento. “Essere tempestivi nel curare il dolore è assolutamente importante per evitare la sua cronicizzazione e la complessizzazione della terapia”.

Ricordiamo che tutti i resoconti degli eventi organizzati dall’Ordine sono disponibili nell’apposita sezione all’interno di questo sito.