"Ha dimostrato di essere molto più di un medico". Prestigioso riconoscimento per il dottor Giuseppe Labati, insignito nei giorni scorsi con il "Lions d'Oro", premio che gli è stato assegnato dal Lions Club di Bobbio.

Una vita dedicata alla medicina quella del dottor Labati - laurea conseguita a Pavia e 45 anni di servizio come medico di famiglia tra Val Trebbia e Val d'Aveto - diventato un punto di riferimento per intere generazioni. "Ho iniziato la mia attività di medico condotto il 1° gennaio 1978, quando ancora non esisteva il Servizio Sanitario Nazionale - ricorda -. Ci occupavamo di tutto, dalla pediatria, alle visite scolastiche, all’igiene pubblica, al controllo degli alimenti e delle acque, ai permessi di tutti i tipi, dalla patente al porto d’armi. Sempre in servizio, 24 ore al giorno, sabato e domenica compresi". Un’attività quotidiana sul territorio che permetteva di costruire un rapporto di familiarità e fiducia con i propri pazienti: “Andavo in tutti i paesini della Val d’Aveto: oggi alcuni sono completamente disabitati, ai tempi si contavano 800 abitanti, sette scuole elementari, con sezioni distaccate anche delle scuole medie; a Orezzoli, in Alta Val Trebbia, vivevano 400 persone. Ricordo che, in alcuni paesi, al mio arrivo suonavano le campane e le persone venivano a farsi visitare: si riusciva comunque a garantire un’assistenza capillare e soprattutto traspariva un grande senso di fiducia da parte del paziente nei confronti del proprio medico. Oggi il progressivo spopolamento di certe zone - che già devono affrontare diverse problematiche - renderà sempre più complicato assicurare un certo tipo di assistenza”.

Una figura professionale profondamente radicata nel territorio - presidio sociale, non solo sanitario -, e figura di riferimento per tanti cittadini e famiglie: “Ogni anno percorrevo 40mila chilometri solo per le visite domiciliari - racconta il Dottor Labati - con qualunque condizione meteorologica: in un paio di occasioni mi sono trovato a far nascere bambini nel mezzo di una bufera di neve, in Val D’Aveto una volta sono rimasto bloccato da una valanga, è dovuta arrivare una turbina da Marsaglia per liberarmi”. E non sono mancate le pericolose disavventure: “Un paziente con disturbi psichiatrici mi chiuse in casa minacciandomi di morte, approfittando di una sua distrazione sono riuscito a chiamare i carabinieri”. Nel corso degli anni la medicina ha fatto passi da gigante: “I risvolti più clamorosi - osserva il dottor Labati - sono stati in neurochirurgia, cardiochirurgia, oncologia, oltre a tutti i progressi nella prevenzione che permettono oggi di salvare tante vite”.

In pensione da tre anni, il dottor Labati confessa di aver mantenuto un ottimo rapporto con tutti i suoi pazienti e la popolazione della Val D’Aveto, di Bobbio e Coli: “Se svolta bene, quella del medico di famiglia è un’ottima professione, segue le persone per tutta la vita creando veri rapporti umani”. Le qualità di un buon medico? Pazienza, umiltà e saper ascoltare i propri pazienti”.