“Rinnovamento delle professioni per una nuova sanità” è stato il tema al centro del dibattito andato in scena giovedì 20 febbraio 2025, presso le Corsie Sistine, Complesso di Santo Spirito in Sassia a Roma, in occasione della Giornata Nazionale del personale sanitario e sociosanitario, del personale assistenziale, socioassistenziale e del volontariato.

Un appuntamento istituito con la Legge 13 novembre 2020, in onore del personale che nel corso della pandemia da Coronavirus è stato in prima linea e quotidianamente, affronta le sfide di un sistema sanitario complesso per garantire il diritto alla salute e la tutela della dignità di ogni persona. I cinque anni dalla prima diagnosi di Covid sono stati l’occasione per ricordare i professionisti deceduti nell’esercizio della professione e ribadire l’importanza della sanità pubblica e della collaborazione tra professionisti e con i pazienti. Medici, odontoiatri, farmacisti, infermieri, veterinari, ostetriche, fisioterapisti, psicologi, biologi, chimici, fisici, professionisti sanitari dell’area tecnica, della riabilitazione e della prevenzione, assistenti sociali, operatori del volontariato: oltre 800 i professionisti del settore Sanitario presenti, per dibattere su tematiche più che mai attuali e ribadire l’importanza della sanità pubblica e della collaborazione interprofessionale e con i pazienti. In rappresentanza dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Piacenza ha partecipato all’evento il Presidente Augusto Pagani (nella foto sotto).

pagani giornata sanitari

Nel messaggio inviato ai partecipanti, il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha espresso apprezzamento per le attività dei professionisti e l’impegno per un giusto riconoscimento della loro opera: “L’Italia può vantare un'infrastruttura di eccellenza come il Servizio sanitario nazionale e le professioni sanitarie rappresentano la colonna portante di questo sistema, che è nostro dovere proteggere, valorizzare e rafforzare”. Nel corso del suo intervento, il Ministro della Salute Orazio Schillaci ha ringraziato i professionisti sanitari: “Siete la spina dorsale del Servizio sanitario nazionale - le sue parole -. Oggi i bisogni di salute sono diversi e sempre più sociosanitari, richiedono approcci e risposte diversi e competenze adeguate e moderne. Sebbene il personale dipendente sia cresciuto negli ultimi anni, c’è ancora un problema di carenza e dobbiamo purtroppo anche fare i conti con una disaffezione al servizio sanitario pubblico e alle conseguenti difficoltà nel reclutare i professionisti, con il picco della curva pensionistica soprattutto per alcuni profili e condizioni di lavoro che spesso non consentono un adeguato bilanciamento tra lavoro e vita privata. Oggi non possiamo più pensare di rinviare il potenziamento della medicina generale e l’efficientamento della medicina di prossimità per una più adeguata presa in carico dei pazienti cronici. Nessuno ha intenzione di rompere il rapporto tra cittadino e medico, vogliamo rafforzare questa alleanza; stiamo lavorando con un approccio costruttivo con le regioni e non mancherà il dialogo con le categorie, con le quali c’è sempre stato un canale aperto, ma dobbiamo avere il coraggio di cambiare: modelli nati quasi 47 anni fa, con l’istituzione del nostro servizio sanitario nazionale, oggi francamente non sono più adatti alle esigenze mutate. La sanità è cambiata: dobbiamo continuare ad avere professionisti di alta qualità e al passo con i tempi”.

“Grazie a voi, professionisti del settore, il Sistema Sanitario Nazionale eroga oltre due milioni di prestazioni al giorno - ha aggiunto Francesco Zaffini, Presidente Commissione Salute del Senato della Repubblica -. Il nostro è il migliore Sistema Sanitario Nazionale d’Europa e dobbiamo preservarlo nel migliore dei modi; va però anche riformato, e lo stiamo facendo”. “Come possiamo migliorare il Sistema Sanitario Nazionale? - si è chiesto Ugo Cappellacci, Presidente Commissione Salute della Camera dei Deputati - Noi abbiamo iniziato a farlo dall’ascolto, con una indagine conoscitiva, la prima nella storia della Repubblica, sulle professioni sanitarie, dalla quale viene fuori il problema della riforma delle carriere; bisogna coordinare meglio la formazione universitaria con le reali esigenze, evitando squilibri tra domanda e offerta di professionisti. La sicurezza è un altro aspetto importante, gli attacchi ai professionisti della sanità sono atti spregevoli e non si tratta solo un problema di sicurezza, ma anche di decadimento culturale. Infine il tema della semplificazione burocratica: liberare risorse affinchè i professionisti del settore possano dedicarsi all’atto medico”. Il destino del Sistema Sanitario Nazionale - la riflessione di Marcello Gemmato, Sottosegretario Ministero della Salute - passa attraverso i professionisti sanitari. La carenza di professionisti deriva da scelte sbagliate del passato, per questo è importante ascoltare le professioni sanitarie. Rimbocchiamoci le maniche, abbiamo una grande sfida, non esiste sanità di destra e di sinistra, esiste l’universalismo del nostro sistema che ancora oggi viene quotato come quarto al mondo e dobbiamo difendere”.

Momento centrale della Giornata è stato l’intervento dei rappresentanti delle Federazioni e dei Consigli Nazionali che rappresentano le Professioni sanitarie e socio sanitarie, assistenziali e socio assistenziali e del volontariato. Giovanni Leoni, Vice Presidente Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (FNOMCeO) ha voluto ricordare “tutti coloro che non ce l 'hanno fatta, quasi 400 medici, 70 infermieri, 35 farmacisti e tutti gli operatori a vario livello che hanno continuato a lavorare a vari livelli e sono tornati a farlo dopo essere guariti dal Covid. Abbiamo vinto quel periodo grazie alla scienza. Il futuro ci vede con un aumento impressionante di pazienti over 65 con due o più patologie e quindi con una necessità di assistenza e attenzione che può arrivare solo dal potenziamento del Sistema Sanitario Nazionale". Per Andrea Mandelli, Presidente Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (FOFI) - che ha posto l’accento sul “problema grandissimo della carenza di professionisti” - serve “un intervento concreto per semplificare il nostro lavoro nell’interesse dei cittadini: rivedere la legge 3/2018 sul riordino delle professioni sanitarie, accelerare l’iter parlamentare dei disegni di legge in materia di semplificazione, riformare il sistema ECM, rendere più funzionale l’organo di giurisdizione superiore delle professioni sanitarie (CCEPS). E poi la nostra proposta di puntare sugli Ordini professionali in qualità di organi sussidiari dello Stato per svolgere funzioni che noi siamo in grado di esercitare, portando la sanità ancora più vicina alle persone”.giornata sanitari

“Il nostro Servizio Sanitario Nazionale, preziosissimo, ha quasi 50 anni, serve una manutenzione straordinaria, pensare a nuovi modelli e modalità per affrontare le sfide che abbiamo di fronte - le parole di Barbara Mangiacavalli, Presidente Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche (FNOPI) -. Abbiamo bisogno di lavorare innanzitutto sulla nostra formazione specialistica accademica, che si traduca in un percorso di carriera ed economico certo, di rilanciare il valore della formazione infermieristica del nostro Paese come un patrimonio nazionale, un ulteriore tassello del “Made in Italy” da difendere e promuovere a tutela dell’intera popolazione. Abbiamo bisogno di innovazione tecnologica e dei processi, di modelli organizzativi e strumenti di welfare adeguati alle crescenti responsabilità e al ruolo sempre più decisivo per il futuro dell’assistenza in Italia. Per noi infermieri, questi, sono elementi centrali". “La situazione attuale non è incoraggiante, ma se vogliamo il miglior futuro per la nostra sanità questo deve necessariamente passare dalla responsabile e coraggiosa evoluzione delle nostre professioni sanitarie. - ha dichiarato Teresa Calandra, Presidente Federazione nazionale Ordini dei Tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione (FNO TSRM e PSTRP) -. Riteniamo che, sotto l’egida del Ministero della salute, si debbano definire i fini identitari delle singole professioni sanitarie, ciò che le rende uniche e indispensabili, per poi poter ragionare in modo sereno su quel che è condiviso o condivisibile tra due o più di esse, a volte anche tra tutte loro, per garantire la flessibilità necessaria alla interprofessionalità, alla sostenibilità e al potenziamento del sistema e quindi del nostro Paese”.