Imparare e allenare competenze essenziali, che vanno oltre quelle scientifiche. E’ l’obiettivo con cui è nata “Humanities in Oncology”, la Scuola del Collegio dei Primari Oncologi Medici Ospedalieri (CIPOMO), la prima in Italia che integra formazione alla comunicazione e scienze umane in ambito oncologico.

Il primo corso di alta formazione in questo campo - composto da tre moduli per un totale di 37 ore di formazione - si tenuto nella nostra città e si è concluso con la cerimonia di consegna nel Salone d’Onore della Fondazione di Piacenza e Vigevano dei diplomi ai 21 oncologi under 40 che vi hanno preso parte. "Ad oggi - sottolinea Cipomo - su una scala da 0 a 10, la formazione dei medici sulla comunicazione clinica e/o sulla relazione di aiuto arriva a un punteggio di 2,75, con ricadute negative maggiori su patologie complesse come il cancro; la Scuola punta a favorire quell’insieme di competenze comunicative relazionali e umane necessarie nella professione dell’oncologo. L'obiettivo formativo al centro di questo primo corso è quello di favorire la consapevolezza e l'elaborazione dei vissuti personali nella professione di medico oncologo, sviluppando competenze comunicative e relazionali nella gestione di pazienti e familiari e nel rapporto con i colleghi".

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"Nonostante i notevoli progressi sia in campo di diagnosi che di terapia antitumorale permettano di guarire percentuali sempre più elevate di pazienti, è fondamentale trasmettere al malato che non sarà solo ad affrontare la malattia, ma avrà accanto medici e infermieri, non solo con competenze tecniche ma anche con umana comprensione, vicinanza e gentilezza” - evidenzia l'oncologo piacentino Luigi Cavanna, past President Cipomo -. Per questo abbiamo deciso di istituire una "Scuola di Umanizzazione" con docenti di varie discipline, oltre a medici, teologi, psicologi, sociologi; il primo insegnante di ciascun corso è stato però un paziente, che ha raccontato la sua storia portando l’esperienza di tutto quanto incontrato nel proprio percorso in ambito sanitario, ciò che funziona e, soprattutto, quello che non funziona. Abbiamo aperto la Scuola a medici specialisti under 40, provenienti da tutte le regioni d'Italia, che hanno mostrato grande entusiasmo; nel 2025 è in programma la seconda edizione del corso, nel frattempo manterremo uno stretto contatto con i partecipanti, tornati ciascuno nella propria realtà lavorativa, per raccogliere dati e informazioni che potranno successivamente confluire in una ricerca scientifica”.

“Dalle prime analisi condotte sull'effetto del percorso formativo – sostiene Luisa Fioretto Presidente CIPOMO e Socio Fondatore della Scuola - emerge un aumento dell'importanza percepita nel formarsi alle cosiddette soft skills e un senso di maggiore padronanza di tali abilità. Inoltre, sembra evidenziarsi anche un miglioramento della qualità della vita professionale. Numeri che saranno precisati con l’analisi finale dei dati, prevista nelle prossime settimane”. “Come nello sport anche in medicina - afferma Alberto Scanni Presidente emerito CIPOMO e Socio Fondatore della scuola - bisogna conoscere i ‘fondamentali’, gli elementi base di una attività sia essa sportiva o professionale. E quali sono i fondamentali per una buona medicina, quando il medico andrà a visitare, a prescrivere esami e cure, a fare diagnosi e collaborare con i colleghi? Nella lotta al cancro orientare alla persona i percorsi di diagnosi e terapia, i luoghi di cura, l’organizzazione stessa dei servizi, assume importanza strategica sia per i nostri pazienti sia per i professionisti sanitari”.

“Siamo divenuti chi siamo affinando le nostre capacità comunicative e relazionali - conclude Simone Cheli, docente presso la St.John’s University e Coordinatore del team di formatori della scuola -. Dunque, formare gli oncologi a tali competenze è una scelta fortemente pragmatica e empiricamente fondata".

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