"Diamo la cittadinanza italiana ai neonati coinvolti nella guerra a Gaza. Non riusciamo a sopportare il pensiero che siano proprio i bambini, israeliani e palestinesi senza distinzione, a pagare il prezzo più alto di questa guerra. Facciamo in modo che possano venire in Italia per vivere e non per morire".
Il presidente dell'ordine dei medici di Palermo Toti Amato (componente del direttivo Fnomceo), l'europarlamentare Pietro Bartolo e l'artista Fiorella Mannoia rilanciano l'appello al Governo italiano per offrire la cittadinanza ai neonati che hanno bisogno di cure e macchinari per scampare alla morte, accogliendoli nel nostro Paese insieme alle loro famiglie. "Creiamo un corridoio umanitario continuo e sicuro che valga almeno per loro, i neonati e le loro famiglie, e per le donne che devono partorire. Offriamo loro, e offriamo anche a noi stessi, una risposta di umanità. Il diritto alla vita è il primo dei diritti dell’infanzia che la comunità internazionale ha il dovere di riconoscere e garantire". "Caro collega firma la tua petizione, abbiamo bisogno del sostegno di tutti" sollecita il presidente dei medici. Questo il sito per aderire www.appelloneonatigaza.org.
"Sentiamo spesso parlare della difesa della civiltà occidentale, dei suoi valori, ma se l’agire dell’uomo è senza umanità nessuna civiltà può definirsi tale" scrivono i promotori dell'appello, a cui hanno già aderito collettivamente, oltre l'Omceo di Palermo: Anpi, Anpi Sicilia, Anpi Palermo, Arci, Arci Basilicata, Arci Mediterranea Nemoli-Rivello, Cgil Sicilia, Cgil Catania, Fp Cgil Sicilia, Istituto di Formazione Politica Pedro Arrupe, L’Espresso, Libera, Moltivolti, Ordine dei Medici di Firenze, Per Esempio, Comitato Nour ama e cambia il mondo. "In ogni conflitto, in ogni carestia sono i bambini, gli “infanti”, a pagare le conseguenze più atroci. Bambine e bambini che cresceranno con l’imposizione dell’odio, senza distinzione tra israeliani e palestinesi. Non si tratta di schierarsi con Ḥamās o con Netanyahu. Il nostro appello va a difesa di tutti i bambini. Bisogna uscire dal tifo delle curve, come fosse una partita di calcio, perché su quel campo non si vince, si muore soltanto". Come scrive "L'Espresso", "più di 6 mila i minori morti durante i bombardamenti a Gaza, dallo scorso 7 ottobre. Circa 12 mila quelli feriti. A cui si aggiungono i bambini dispersi e i corpi ancora probabilmente sepolti sotto le macerie. Secondo Sarah Hendriks, vicedirettrice esecutivo di UN Women, erano 50 mila le donne in gravidanza nella Striscia a fine ottobre. 5.500 quelle che stavano per partorire. Alcune delle quali sono state costrette a farlo per strada, perché a Gaza manca tutto, anche l’assistenza sanitaria e l’elettricità necessaria a far funzionare gli ospedali".
Il presidente Amato invita a sottoscrivere l'appello tutti i medici siciliani, sanitari e cittadini, ma anche tutti gli ordini professionali e singoli professionisti che vivono la rabbia dell’impotenza, del non potere agire, non poter fare qualcosa. "Ci rivolgiamo - concludono i promotori - ai parlamentari italiani di tutti i partiti sia del Parlamento italiano che del Parlamento europeo e al mondo associativo. Si faccia presto. Dopo la tregua accordata il conflitto riprenderà in tutta la sua ferocia, portando nuova distruzione e nuovi morti. Solo così si salva la 'civiltà' occidentale e ogni 'civiltà'. Senza umanità non c’è civiltà'. Per firmare la petizione è possibile visitare il sito www.appelloneonatigaza.org, oppure scrivere a