A Luigi Cavanna la cittadinanza onoraria di Piacenza. La cerimonia di consegna, nella cornice di Palazzo Gotico, si è tenuta nel pomeriggio del 16 ottobre.
Era stato il consiglio comunale, nella seduta del 12 giugno scorso, ad approvare all'unanimità la delibera che conferiva l'onorificenza al medico piacentino, già direttore del Dipartimento di Onco-Ematologia dell'Azienda Usl di Piacenza. "Per il lavoro costante a tutela della comunità e della salute pubblica, svolto con profonda umanità e spirito di servizio, onorando i valori fondanti della professione medica e valorizzando la sanità territoriale come polo di ricerca scientifica": questa la motivazione sulla targa che gli è stata consegnata durante la cerimonia, alla quale - insieme alle autorità cittadine, colleghi e rappresentanti dell'azienda sanitaria - ha preso parte anche l'assessore regionale alla Salute Raffaele Donini.
"Il conferimento della cittadinanza onoraria al Professor Luigi Cavanna - le parole del sindaco di Piacenza Katia Tarasconi - è l'espressione della stima incondizionata e della profonda gratitudine con cui il nostro territorio guarda alle doti umane e professionali - riconosciute ai massimi livelli dalla comunità scientifica italiana e internazionale - di un medico che abbiamo avuto l'orgoglio e l'onore di poter considerare da sempre una figura di eccellenza e un imprescindibile punto di riferimento nel sistema sanitario locale. E' l'abbraccio di una comunità intera, che con consapevolezza ricambia la dedizione, la generosità e lo spirito di servizio con cui lei ha saputo prendersi cura non solo dei pazienti che ha incontrato lungo il suo cammino, ma della persona che quelle cartelle cliniche raccontavano. E di tutte le famiglie che, insieme ai loro cari, hanno affrontato il dolore della malattia".
"Sono molto felice e grato a Piacenza, è un riconoscimento che non mi aspettavo - ha detto Cavanna -. Ognuno di noi cerca di fare il meglio che può nel proprio lavoro e ricevere una attestazione di stima così importante da un lato mi fa molto piacere, dall’altro mi fa capire che bisogna impegnarsi e cercare di fare il proprio meglio, anche per far capire ai più giovani che l’impegno paga. Dedico questo riconoscimento a tante persone, a tanti malati, ai loro parenti, alla mia famiglia, ai colleghi, a tutti coloro che mi hanno aiutato nel corso degli anni e sono stati di insegnamento per me, segnatamente i malati, da loro ho imparato tantissimo”.