Nel 2022 in Italia sono state registrate 390.700 nuove diagnosi di tumore e in due anni l’incremento stimato è stato di 14.100 casi.
Con l’obiettivo di tracciare insieme una visione condivisa dell’oncologia del prossimo futuro, tra innovazione, multidisciplinarietà e sostenibilità, clinici oncologi e con competenze multidisciplinari, rappresentanti delle principali Società Scientifiche, delle Associazioni Pazienti e del mondo accademico si sono riuniti a Milano per la due giorni (10-11 ottobre) “Roche Connections, new pathways for oncology” dando vita a dibattiti, talk e momenti di approfondimento. All’evento ha partecipato anche il medico piacentino Luigi Cavanna, già direttore del Dipartimento di Onco-Ematologia dell'Azienda Usl di Piacenza e Past-President CIPOMO (Collegio italiano dei primari oncologi medici ospedalieri), intervenuto in apertura delle giornate di studio sulle “priorità per l’oncologia di domani” e in chiusura prendendo parte ad una tavola rotonda dal titolo “Onco Roadmap, un patto per l’Oncologia”.
Cavanna in particolare ha puntato l’attenzione sulle reti oncologiche e la prossimità della presa in cura: “Oggi, grazie alle nuove terapie, in genere indirizzate dalla biologia molecolare, molti pazienti con neoplasia riescono a guarire o a vivere più a lungo, con un livello di qualità di vita più alto rispetto a un tempo . ha ricordato -. Questa nuova strategia di cura ha cambiato completamente lo scenario anche assistenziale: bisogna diversificare le risposte ai bisogni in base alle diverse esigenze dei pazienti e sensibilizzare tutti gli interlocutori del sistema sull’importanza dell’oncologia territoriale, assicurando un percorso di cure anche al di fuori dell'ospedale che permetta ai malati ed ai loro familiari di risparmiare tempo, evitando spese e disagi. Un modello - previsto anche dal Pnrr - che a Piacenza portiamo avanti da tanti anni: gli oncologi si spostano da Piacenza a Fiorenzuola, Castel San Giovanni, Bobbio e, dal 2016, anche alla Casa della Salute di Bettola. Va in questa direzione anche il progetto SMART CARE, acronimo di “Soluzioni e metodi avanzati di riorganizzazione in sanità” che, messo a punto da Periplo (rete delle reti oncologiche) insieme a SIMM (Società Medici Manager), propone un cambio di paradigma nel sistema di presa in carico di tutto il percorso di cura, partendo proprio dall’assistenza oncologia extra ospedaliera. La pandemia ha dimostrato che i tempi sono maturi per una gestione del paziente fuori dall’ospedale, ma nel concreto è necessario definire i requisiti minimi e sfruttare al massimo gli strumenti tecnologici a nostra disposizione che hanno il potenziale di facilitare sia gli oncologi che i pazienti”.
In occasione dell’evento, i clinici partecipanti sono stati invitati anche a sviluppare possibili soluzioni e progettualità concrete, da realizzare in partnership con tutti gli attori coinvolti, in risposta alle sfide delineate: oltre 350 specialisti e 37 tra moderatori e facilitatori hanno partecipato a questa sessione interattiva, dando vita a 17 gruppi di lavoro. Sistematizzando i contributi raccolti, insieme a tutti gli spunti emersi dalle sessioni di confronto, i macro ambiti di intervento che delineano le priorità di una roadmap condivisa per migliorare i percorsi di presa in carico dei pazienti oncologici nel prossimo futuro sono cinque: prevenzione, screening e diagnostica; multidisciplinarità; reti, PDTA e Molecular Tumor Board; Real World Evidence e ricerca; ascolto e centralità del paziente.