“La FNOMCeO ritiene imprescindibile che si addivenga al potenziamento delle cure domiciliari e delle prestazioni assistenziali per le persone anziane non autosufficienti“.
È la posizione, espressa per voce del Segretario Roberto Monaco al Tavolo di ascolto della Presidenza del Consiglio dedicato alla Legge delega sugli anziani, della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, che ha lanciato una proposta: “Occorre sviluppare un progetto di combinato con le cooperative sociali e con le forme associative della medicina generale, in particolare le aggregazioni funzionali territoriali (AFT), che veda i medici e gli assistenti sociali collaborare per l’assistenza domiciliare agli anziani”. Positiva la valutazione sul provvedimento, in particolare sugli obiettivi della deistituzionalizzazione degli assistiti, intesa come inclusione dell’anziano vulnerabile all’interno della comunità circostante l’inclusione sociale, e della prevenzione della non autosufficienza, costituita in particolare dalle misure volte a favorire l’invecchiamento attivo.
Per quanto riguarda la gestione delle risorse, per la Federazione Nazionale appare “imprescindibile l’investimento sulla promozione della salute e sulla prevenzione precoce, mentre le politiche riguardanti l’assistenza devono tenere conto del principio della libertà di scelta del medico di medicina generale visto il ruolo fondamentale dello stesso per la conoscenza della storia del paziente e delle sue patologie e del contesto sociale e ambientale in cui queste si manifestano e data l’importanza del rapporto di fiducia per l’instaurarsi dell’alleanza terapeutica e dei percorsi di cura. Servirebbero risorse aggiuntive per il finanziamento del fondo per la non autosufficienza e l’integrazione dei livelli di assistenza sanitaria; bisognerebbe prestare attenzione anche al tema della riforma delle residenze sanitarie assistenziali. Risulta poi in particolare necessario garantire la continuità assistenziale sul territorio, così da superare il primato della residenzialità, al fine di realizzare un sistema di assistenza che ponga al centro la dignità e l’autonomia delle persone”. Si segnala inoltre la “necessità di prevedere risorse aggiuntive, sia finanziarie sia in termini di nuovo personale, da mettere a disposizione del settore nel suo complesso”.
Occorrerebbe poi prevedere – si legge nella relazione presentata da Monaco – “specifiche disposizioni in materia di formazione continua dei professionisti sanitari, anche al fine della tutela della dignità delle persone anziane assistite. Pertanto, appare importante l’obiettivo di semplificare, coordinare e rendere più efficaci le attività di assistenza sociale, sanitaria e sociosanitaria per le persone anziane non autosufficienti; operare in via preventiva, impegnando risorse finanziarie ed umane per una adeguata e capillare assistenza psicologica e sociale evitando che il disagio psico-fisico e sociale dell’anziano produca ciò che si può poi definire disagio. Ciò ridurrebbe il bisogno di ricovero in strutture che tendono a trasformarsi in istituzioni totali, con le conseguenze cui assistiamo nei momenti di crisi sanitaria e sociale come quella che stiamo attraversando”.
“Ribadiamo – conclude la Federazione – la necessità di investire nel Servizio Sanitario Nazionale per continuare a garantire universalità, uguaglianza ed equità anche nelle cure. Bisogna far fronte al problema delle disuguaglianze di salute e per questo serve una riflessione comune, per comprendere le cause e trovare soluzioni. Queste disuguaglianze di salute inficiano gli stessi principi fondanti il nostro Servizio Sanitario Nazionale – l’universalità, l’uguaglianza e l’equità. Il rischio è quello di trovarci con un Servizio Sanitario Nazionale con vaste aree di insostenibilità, che non riesce più a fornire le cure ai cittadini più deboli, e che si espone facilmente a essere vicariato da un sistema di assicurazioni”.