Con la prova finale, la discussione della tesi e la consegna degli attestati, sabato 17 giugno 2017 si è chiuso il corso triennale di Etica Medica, iniziato nel 2015 e organizzato dall’Ordine dei Medici di Piacenza e dalla Società Bio-Giuridica Piacentina, con il patrocinio del Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’educazione dell’ Università degli Studi di Torino e della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, nonchè con il contributo fondamentale della Fondazione di Piacenza e Vigevano.
Diciannove incontri, oltre 100 ore complessive di lezioni frontali, 47 docenti provenienti in gran parte dalle migliori università italiane, un convegno nazionale su tematiche etico-deontologiche: sono i numeri di un esperimento culturale che ha trovato nell’attiva partecipazione di professionisti, non solo medici e non solo piacentini, il senso della sua non semplice realizzazione. Medici quindi (sia specializzandi che già specialisti in anestesia, psichiatria, cure palliative), ma anche infermieri, psicologi e pure un giurista, hanno costituito la platea degli allievi di un corso che ha presentato, in un contesto multidisciplinare, le varie posizioni della bioetica sia laica che cattolica o di altre confessioni.
Più voci per offrire un ampio ventaglio di ragioni a favore o contro i temi caldi dell’inizio e del fine vita, previo un anno intero (il primo) di carattere propedeutico, indispensabile alla comprensione delle varie problematiche esistenziali, di cui spesso si legge sui giornali, che frequentemente sono all’attenzione del Parlamento e della Chiesa Cattolica, e non di rado impattano nella quotidianità del professionista, sollevando dubbi, innescando conflitti morali, sottolineando la solitudine della coscienza. Conoscere per scegliere, quindi per essere più liberi; conoscere per rapportarsi empaticamente con l’Altro, col paziente (colui che patisce), con la sofferenza e il dolore; conoscere per capire le ragioni di chi non la pensa come la maggioranza o la minoranza. E’ questo conoscere la cifra di un corso non facile, ma di intimo fascino, come hanno dimostrato le appassionate tesi che gli allievi hanno discusso meritando l’applauso dei compagni di corso e degli organizzatori.