Inquinamento ambientale e salute della donna. E’ stato un tema di grande attualità quello al centro del convegno, organizzato dall’Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e Odontoiatri in collaborazione con l’Associazione Donne Medico, ospitato sabato 27 febbraio 2016 dalla Sala Convegni Veggioletta della Banca di Piacenza.

Un appuntamento promosso dalla Commissione Pari Opportunità di OMCeO Piacenza, coordinata da Patrizia Gandolfi, per analizzare gli effetti ed i rischi, in particolare nel periodo della gravidanza e quindi anche sul nascituro, derivanti dall’inquinamento e dalle sue influenze su aria, acqua e alimenti. “Questo convegno – ha introdotto la dottoressa Gandolfi, che ha moderato l’incontro insieme a Daniela Serena (Presidente AIDM sezione di Piacenza) e Giuseppe Miserotti (Vice-Presidente Nazionale ISDE Italia, Membro Commissione per l’Ambiente, Salute e Sviluppo OMCeO Piacenza) – è nato dalla sensibilità della nostra commissione verso la salute della donna; su questo tema è necessaria una presa di coscienza ed una assunzione di responsabilità profonda da parte di tutti, in particolare dalle professioni sanitarie chiamate a svolgere un ruolo primario di informazione”. “Anche per questo abbiamo bisogno dell’apporto delle nuove generazioni, che spesso faticano a collaborare con noi: l’appuntamento di oggi vuole essere uno stimolo anche in questo senso”.

“Quando si parla di pari opportunità – ha detto portando il suo saluto il presidente di OMCeO Piacenza Augusto Pagani – si tende a darne un’accezione negativa, identificandola con la discriminazione: evidenzio quindi con piacere come siano donne tutti i dieci colleghi che hanno fatto domanda per la lezione propedeutica all’accesso al secondo anno del corso di etica medica organizzato dal nostro Ordine”. “Voglio sottolineare – ha aggiunto – il grande lavoro fatto all’interno dell’Ordine da parte della commissione Pari Opportunità: credo sia importante non abbassare mai la guardia, migliorando formazione, informazione e etica nei nostri comportamenti”

DALLA GENETICA ALL’EPIGENETICA – Il convegno si è aperto con il coinvolgente intervento del prof. Ernesto Burgio (Pediatra, Presidente del Comitato Scientifico ISDE Italia e membro dell’European Cancer and Environment Research Institute), nel solco del passaggio dalla genetica all’epigenetica. “Il dna – ha spiegato – è uguale in tutte le nostre cellule, ma lecellule sono diverse perché cambia il “software”, vale a dire l’assetto epigenetico: la “memoria” della prima fase di vita, compresa quella fetale, influenza il tutto. Mentre il dna infatti è una molecola stabile, l’epigenoma cambia continuamente in relazione alle sollecitazioni ambientali”.

INQUINAMENTO E PRIMA FASE DELLA VITA – “Tutto quello che avviene nella prima fase della vita – ha ribadito più volte – segna in modo fondamentale tutto il nostro futuro. Il feto ha infatti la necessità e la capacità di modificare il proprio assetto epigenetico in modo adattivo e predittivo. I determinanti che incidono in questo primo periodo sono decisivi, perché l’organismo ha una plasticità epigenetica fondamentale”. “La parte più dinamica delle molecole, l’epigenoma, è continuamente trasformata e modellata dall’ambiente: l’esposizione all’inquinamento nel lungo periodo crea le premesse per le mutazioni genetiche”. “Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un aumento dei tumori infantili, in Italia particolarmente, delle leucemie e dei linfomi: il problema non riguarda tanto l’esposizione diretta del bambino, quanto quella della madre e in alcuni casi anche del padre”. “Riducendo l’esposizione della madre ad una serie di agenti ambientali che determinano le mutazioni, possiamo fare tanto – ha aggiunto ricordando la pericolosità di inquinanti come il particolato fine e ultrafine, i metalli pesanti, fino ai campi elettromagnetici -. La medicina dovrebbe passare dall’essere solo diagnosi e terapia a fare informazione e prevenzione. Facendo attività di counseling con i genitori si può cambiare la vita di milioni di bambini”.

INQUINAMENTO E TUMORI – Nella seconda parte del suo intervento Burgio si è soffermato sui tumori, illustrando un nuovo modello che supera lo schema secondo il quale le mutazioni genetiche del dna sono casuali e quindi sostanzialmente non prevedibili: “Il cancro non è un incidente genetico – ha sostenuto – ma il prodotto di anni, o decenni, ad una esposizione ed al tentativo del tessuto di cercare una opposizione: si tratta di uno stress epigenetico, in grado di trasformarsi in un danno genetico”. “Oggi – ha concluso – esiste una enorme sottovalutazione dei rischi ambientali, con una conseguente mancanza di informazione”.

GLI INTERFERENTI ENDOCRINI – Ad approfondire il tema degli interferenti endocrini, “sostanze che alterano la funzionalità del sistema endocrino causando effetti sulla salute dell’individuo o della sua progenie”, è stata la dottoressa Paola Sbisà (medico specialista in Scienza dell’Alimentazione e Geriatria). “Le molecole più pericolose – ha spiegato – sono quelle degli agenti plastificanti, presenti in tantissimi prodotti di uso personale e in articoli in Pvc, dei conservanti, pesticidi e metalli pesanti, ma interferenti endocrini sono presenti ad esempio anche nei cosmetici e negli integratori alimentari”. “Queste sostanze entrando nel nostro organismo per via inalatoria, attraverso il cibo o la cute; agiscono anche a dosi molto basse su molti organi e tessuti, intervenendo sulla programmazione genetica ed epigenetica”. Inquinanti ai quali è associabile l’insorgenza di alcune patologie in aumento negli ultimi anni, come quelle all’apparato riproduttore che possono portare all’infertilità.

L’ESPERIENZA LOCALE – A Giuseppe Gregori (Pediatra di Libera Scelta) è toccato il compito di delineare l’esperienza dei pediatri nella realtà piacentina: “In questi anni – ha voluto evidenziare – la consapevolezza sulle tematiche ambientali, anche da parte delle istituzioni, è cambiata in modo significativo”. Gregori ha ripercorso i progetti avviati negli ultimi anni con il supporto e la collaborazione dell’amministrazione comunale: “Penso al progetto Pedibus, che oggi coinvolge a Piacenza circa 200 giovani studenti, o alla maggiore sensibilizzazione per instaurare percorsi sicuri casa-scuola: molto però si può ancora fare.” I dati, a livello nazionale così come in quello provinciale, mostrano l’aumento delle malattie respiratorie in età pediatrica: “Parliamo del 10% dei bambini che soffre di asma in età pediatrica, a cui si aggiunge la mancanza di attività motoria sufficiente nel 50% dei casi, e una esposizione domestica al fumo passivo per circa un bambino su quattro, dato emerso da una ricerca svolta in ambito locale”. “Come pediatri il nostro ruolo è quello di tutelare i bambini e la loro salute – ha sottolineato Gregori, che ha chiuso il suo intervento citando l’articolo 5 del Codice di Deontologia Medica: “Il medico è tenuto a considerare l’ambiente nel quale l’uomo vive e lavora quale fondamentale determinante della salute dei cittadini. E’ tenuto a promuovere una cultura civile tesa all’utilizzo appropriato delle risorse naturali, anche allo scopo di garantire alle future generazioni la fruizione di un ambiente vivibile, e favorisce e partecipa alle iniziative di prevenzione, di tutela della salute nei luoghi di lavoro e di promozione della salute individuale e collettiva”.

Augusto Pagani, Patrizia Gandolfi – Saluto

E. Burgio – Dalla genetica all’epigenetica (parte I)

E. Burgio – Dalla genetica all’epigenetica (parte II)

E. Burgio – Obesità, diabete2 e cancro (parte I)

E. Burgio – Obesità, diabete2 e cancro (parte II)

P. Sbisà – Interferenti endocrini (parte I)

P. Sbisà – Interferenti endocrini (parte II)

G. Gregori – L’esperienza dei pediatri nella realtà locale

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