Fake news, notizie non verificate, “bufale”. Un tema sempre più rilevante nella nostra società, entrato di prepotenza nell’agenda politica di molti paesi, che rischia di trasformarsi in una vera e propria questione di salute pubblica se si parla di sanità.

E’ un’iniziativa “a servizio del cittadino”, che sempre più spesso fatica ad orientarsi nel mare magnum del flusso informativo, quella promossa sabato 28 ottobre dall’Ordine dei Medici di Piacenza insieme all’Ordine Provinciale dei Medici Veterinari ed alla Società Bio-Giuridica Piacentina: “Informazione e disinformazione in medicina” il titolo dell’evento, ospitato sabato 28 ottobre dall’Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, che ha avuto fra gli ospiti il noto giornalista televisivo Michele Mirabella. “E’ normale che davanti a tante informazioni il cittadino si interroghi – ha introdotto il senso della giornata Medardo Cammi, Presidente Ordine Medici Veterinari, affiancato dal Presidente dell’OMCeO Piacenza Augusto Pagani – ma il “dottor Google” non si è laureato in medicina, e lo stesso vale per Facebook e Twitter. La medicina è un’arte, medici e veterinari compiono un lungo percorso di studi al quale si aggiunge una continua formazione professionale: gli Ordini professionali sono la garanzia che l’operato degli iscritti avvenga in modo corretto, al di fuori di essi non si fa il medico o il veterinario”.

L’evento, patrocinato dal Comune di Piacenza, è stato organizzato grazie al supporto della Fondazione di Piacenza e Vigevano: “La questione non investe soltanto il mondo sanitario, ma è un problema generale – ha voluto evidenziare il Presidente dell’Ente Massimo Toscani – l’appuntamento odierno è una partenza importante e stimolante su un tema su cui sempre più dovremo confrontarci in futuro”. “Una corretta informazione, non solo tra medico e paziente ma anche tra professionisti seri e persone che si mettono all’ascolto, consente di avere cure e prevenzione efficaci” – ha detto nel suo saluto il sindaco di Piacenza Patrizia Barbieri. “Attingendo alla fonte giusta si possono avere risposte importanti, purtroppo sempre più spesso ci troviamo a parlare di disinformazione e dei gravi danni che questa comporta”.

“Affrontiamo un tema centrale per la sanità – ha convenuto il direttore generale Ausl Luca Baldino – dobbiamo prendere atto che il mondo è completamente cambiato e quello che una volta era una sorta di pregiudizio positivo riconosciuto alla classe medica oggi non esiste più. La vera battaglia è capire dove porre il confine: se è vero che il parere di un vasto gruppo di persone può essere utile per valutare un albergo, dall’altra parte della linea deve esserci la scienza medica. Si tratta di una questione fondamentale, per la comunicazione verso i cittadini ma anche per avviare una discussione al nostro interno”.

MEDIA E COMUNICAZIONE – Il ruolo dei media nella comunicazione secondo o meno i principi dell’autoregolamentazione etica, questo il tema che in apertura Michele Mirabella è stato chiamato ad affrontare: “Se nel 2017 – ha detto nel suo intervento ricco di citazioni dal mondo classico, ma non solo – il Capo di Stato di una moderna Repubblica sente il bisogno istituzionale di richiamare l’attenzione di forze politiche e della società civile sul fatto che stiamo vivendo nella barbarie della diffusione di notizie non solo false e tendenziose ma ridicole (il riferimento è al tema delle vaccinazioni, ndr.), siamo messi male: l’informazione è responsabile di questa situazione”. “L’informazione – ha aggiunto – non è tout court democrazia, una sciocchezza non diventa una cosa seria perché condivisa da tante persone; competenza e conoscenza vengono prima di ogni cosa, una notizia non può sfuggire alle competenze passando alla gestione di chiunque”. Per Mirabella con l’avvento delle nuove tecnologie e in particolare dell’informazione, da lui definita “pulviscolare”, della rete, aumenta le responsabilità non solo dei professionisti dell’informazione, ma anche degli stessi utenti: “L’evidenza scientifica – ha rimarcato – è quella sancita dal metodo galileiano, le informazioni ricavabili dai media sono mine vaganti e non possono essere accettate sic et simpliciter, c’è bisogno di una vigilanza democratica”.

“METODO SCIENTIFICO FONDAMENTALE” – Mirabella ha poi moderato, in tema di affidabilità delle informazioni ricavabili dai media, gli interventi degli altri relatori, a partire da quello del Professor Alberto Martini, Direttore scientifico dell’Istituto Gaslini di Genova. “Fra tutte le false notizie che circolano quelle in medicina sono le più pericolose – il suo incipit -, e il metodo scientifico nasce per distinguere un’affermazione vera da una falsa”. False notizie in sanità che fanno leva “sulla speranza di trovare soluzioni rapide” e “sull’incapacità di accettare i limiti della nostra conoscenza”: per questo, dice Martini, è necessario “promuovere nel nostro paese un’alfabetizzazione sanitaria in grado di offrire un’informazione scientifica rigorosa, ma allo stesso tempo accessibile”. Il professore ha quindi illustrato il percorso di uno studio scientifico, basato su dati “ripetibili e riproducibili” e che passa attraverso la pubblicazione su riviste (ma attenzione ai giornali “predatori”, senza peer review e spesso portatori di falsi contenuti per interessi di parte), e dello sviluppo di un farmaco, “che richiede una decina d’anni, con costi elevatissimi, e deve essere approvato dall’autorità regolatoria e da parte di un comitato etico”. “Attenzione alle bufale – l’appello finale – il metodo scientifico è l’unico baluardo per difendersi nello stabilire se una cosa è vera o falsa”.

INFORMAZIONE E ALIMENTI – Di informazione e alimenti ha parlato il Professor Marco Delle Donne, Direttore programma sicurezza alimentare dell’Ausl Piacenza: ”Qualsiasi persona – ha voluto rimarcare – accetta che ogni attività umana sia sottoposta a rischio, ma quando si parla di alimenti ci si aspetta sempre che questi siano immacolati. Per questo motivo ogni volta che si diffonde una notizia su un problema alimentare subito si punta il dito verso i controlli, comunque basati su valutazioni e percentuali di rischio”. “Il concetto che in assoluto non vi siano rischi sull’assunzione di alimenti andrebbe eliminato, ma il sistema di controlli in Italia – ha precisato – funziona, anche meglio di altri paesi che si ritengono più evoluti del nostro”.

Delledonne ha ricordato il clamore mediatico di notizie come quelle sull’influenza aviaria o sulla presunta correlazione tra il consumo di carni rosse e l’insorgenza di tumori: “Si è parlato in generale di carni rosse, poi di insaccati e salumi: è vero che nitrati e nitriti hanno potere cancerogeno, ma bisogna avere un parametro di dosaggio. Al consumatore bisognerebbe dire, ad esempio, che i nitrati sono anche negli spinaci; quando si diffondono informazioni queste devono essere complete, ma il sospetto è che spesso vi siano alle spalle altri tipi di interessi”. “Anche l’informazione scientifica deve darsi dei paletti – ha aggiunto – il rischio è che vengano pubblicate notizie perchè creano scalpore o “scandalo” o che le stesse riviste siano invogliate ad ospitare un certo tipo di informazioni per essere poi richiamate da altre pubblicazioni”.

IL MONDO DI INTERNET – Sull’articolato mondo di internet si è invece concentrato l’intervento di Mario D’Onofrio, procuratore capo della Repubblica presso il tribunale di Alessandria: “Oggi – ha sottolineato – per i meccanismi della rete è difficile, a differenza del mondo reale, che chi scrive qualcosa possa essere zittito. Ma molte volte anche la mancanza di senso critico da parte di chi legge può portare a rischi, anche di tipo penale”. D’Onofrio ha più volte ribadito la difficoltà di garantire un efficace e immediato controllo delle notizie fruibili sul web, che la stessa Cassazione ha definito essere “nè un luogo, nè un spazio, ma una metodologia di comunicazione”: “Non è sempre facile individuare da dove parte la diffusione di una notizia falsa e identificare i responsabili. Questo vale anche per reati come le truffe online, per i quali si pone anche la questione della competenza territoriale del giudice”. A chiudere la giornata il dibattito fra gli stessi relatori, stimolato dalle domande e delle osservazioni dei presenti.

Saluto autorità e presentazione

Interventi relatori

Discussione finale