Focus sull’asma nel primo appuntamento del ciclo di quattro incontri “I martedì dell’Ordine”, organizzato dall’OMCeO Piacenza e dedicato all’approfondimento delle Linee Guida relative ad alcune fra le più comuni patologie, integrando le competenze del medico di Medicina Generale con quelle del medico specialista.
Relatori, nella serata del 21 marzo al Park Hotel di Piacenza, la Dottoressa Francesca Botti e il Dottor Cosimo Franco, introdotti dal Presidente dell’OMCeO Piacenza, Professor Mauro Gandolfini, e dal Dottor Giovanni Quinto Villani, Coordinatore della Commissione Cultura e Formazione Professionale dell’Ordine.
L’asma è una delle malattie respiratorie croniche più diffuse nel mondo – anche in Italia la sua incidenza è in aumento – che impatta negativamente sulla qualità di vita dei pazienti e con un rilevante costo sociale ed economico. Come riportato dall’Istituto Superiore di Sanità, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità ci sono tra i 100 e i 150 milioni di persone che soffrono di questa condizione in tutto il mondo (le morti associate alla malattia, sempre secondo i dati dell’Oms, sono circa 180mila ogni anno); secondo la Global initiative for asthma (Gina), sono addirittura 300 milioni le persone nel mondo che soffrono della malattia.
“Si tratta – spiega la Dottoressa Botti – di una patologia eterogenea caratterizzata da una infiammazione cronica delle vie aeree che durante la fase acuta presenta sintomi come dispnea, respiro sibilante, tosse, costrizione toracica. Circa il 50% del casi esordisce clinicamente entro i primi dieci anni di vita e un altro terzo entro i 40 anni. In età pediatrica l’asma si associa più spesso ad uno stato atopico del soggetto e ad un andamento prognostico favorevole, che può anche regredire in età adulta con una buona risposta al trattamento inalatorio; nell’età adulta lo sviluppo dell’asma in genere è maggiormente legato ad una esposizione professionale con un andamento prognostico più sfavorevole. L’atopia costituisce il più importante fattore di rischio dell’asma, in particolare pazienti con rinite allergica hanno un elevato rischio di sviluppare asma bronchiale; il fumo di tabacco è un fattore di rischio per lo sviluppo di forme più gravi di asma e anche lo sforzo fisico può costituire un fattore scatenante della malattia. Per quanto riguarda i fattori ambientali, da evidenziare il ruolo degli allergeni a cui il paziente viene esposto per inalazione, ingestione o iniezione: i più frequenti sono i pollini, in riferimento in particolare all’asma stagionale che si presenta in primavera e in estate”.
“E’ importante raccogliere un’anamnesi prossima, remota e famigliare, che tenga conto anche di una valutazione clinica e un esame obiettivo del paziente. È poi fondamentale il concetto di collaborazione e comunicazione costante tra medico e paziente al fine di ridurre il numero di riacutizzazioni”. Non bisogna inoltre sottovalutare anche le rivalutazioni del paziente: “Secondo le linee guida Gina è preferibile impostare una rivalutazione da uno a tre mesi dopo l’inizio della terapia, per poi eseguire ulteriori visite ogni 3-12 mesi a seconda delle caratteristiche del paziente; per le donne in gravidanza le visite dovrebbero essere ogni 4-6 settimane”. “La diagnosi, oltre alla storia personale di sintomi respiratori, si basa su indagini strumentali come la spirometria con il test di reversibilità specifico, ma anche test come il picco di flusso espiratorio e test di broncostimolazione indiretti e diretti”.
“Parliamo di una delle malattie croniche più diffuse al mondo – sottolinea il Dottor Franco – e in Italia sono circa 250 ogni anno i decessi, soprattutto di persone giovani, collegati a questa patologia, che è inguaribile ma curabile. Se curata, infatti, l’asma bronchiale è compatibile con una vita normale, basti pensare che tanti sportivi professionisti ne soffrono ma gareggiano ad alti livelli. A Piacenza si stimano circa 5.000 pazienti asmatici, ma molti non hanno ancora, purtroppo, una diagnosi e, quindi, una adeguata terapia medica. Per questo è fondamentale e strategico sensibilizzare su questa patologia i medici, in particolare quelli di medicina generale, per intercettare queste persone e curarle tempestivamente evitando la progressione della malattia”.
“I pazienti asmatici – evidenzia Franco – non sono tutti uguali, è necessaria una corretta fenotipizzazione del malato. Per quanto riguarda la strategia terapeutica, oggi sono disponibili nuove linee guida e possiamo contare su farmaci straordinari per l’asma grave, che interessano però solamente il 5-10% sul totale dei pazienti: si tratta di farmaci biologici molto costosi, ma in grado di cambiare completamente la qualità di vita di queste persone”. Un grave problema ai quale dover fare fronte – rileva – riguarda, come tutte le affezioni croniche, l’aderenza e la compliance terapeutica: “Sappiamo che meno del 50% delle persone segue le cure, per questo l’informazione del paziente e l’educazione all’uso dei device rivestono una grande importanza e il medico di medicina generale gioca in questo un ruolo strategico”.